Accade tutto in un rione del sud Italia: è il 2 settembre 1972.
Ci sono giorni all’inizio di settembre che vorresti durassero per sempre.
Una periferia qualunque, con i suoi enormi palazzi grigi, i pettegolezzi che girano da un balcone all’altro, i suoi segreti, le sue storie se non fosse la festa del rione.
Le strade si riempiono di luminarie, la confraternita si prepara alla processione, le donne hanno steso la coperta più bella, ambulanti, venditori di zucchero filato fanno la loro comparsa. L’evento: il sindaco riapre una vecchia giostra rinchiusa nel magazzino municipale.
Sì, la giostra appartenuta al padre di Sebastiano Schiavo, Bastian per tutti, discendente di una antica famiglia di giostrai conosciuta da tutti, dal sacerdote del rione, dagli ambulanti e citata con aria sognante da tutti i cittadini.
Gli anziani seduti su sedie di plastica, aspettano arresi al tempo l’evento del rione.
Nove ragazzi raccontano quel particolare giorno di settembre, l’amicizia che li lega a un viaggiatore della luna, Bastian.
La festa.
Mentre la gioia, la pazzia e la fede si fanno sorelle per tutte le vie qualcosa nelle viscere di quel rione scorre lentamente.
L’accensione della giostra.
Un finale che lascerà un segno come un tatuaggio.

Spettacolo la Giostra di Bastian - BinarioZero