La storia ha inizio in una calda giornata d’inizio estate.
Via Babele. E’ un alveare. Un campo di battaglia. Un mondo sommerso dove si ergono muri, confini, trincee di intolleranza.
Tutto appare polveroso, sempre uguale, nell’aria si sentono i profumi di cose vecchie, di ruggine.
Una via caratterizzata da superstizioni, ignoranze con elementi di dolcezza e slanci di bontà ingenua, una rozza semplicità che riportano lo spettatore ad immagini ormai dimenticate, ad’ una umanità.
Una commistione di lingue, linguaggi, suoni e stili contaminati, che vogliono emergere, soffocati dall’idea che solo andando di fiore in fiore succhiandone tutto il nettare per poi sbarazzarsene, si vince la guerra della sopravvivenza.
Quando tutto sembrava finito, prendevo la scala e immaginavo di poter toccare il cielo aggrappandomi all’ultima speranza e così ebbe inizio la storia.
Vorrei sentire ancora una volta quel profumo di quella calda estate, d’inizio estate. Dove sono finite quelle belle tavolate di una volta?

Spettacolo Via Babele - BinarioZero